Ogni città ha le sue tradizioni e le sue curiosità, così come ogni Paese se allarghiamo i nostri orizzonti. Se con i nostri colleghi del resto del mondo ci vantiamo per il buon cibo e l’infinito patrimonio culturale che abbiamo la fortuna di ritrovarci in casa (anche se spesso si ricopre di polvere), in Belgio uno degli accenti nazionali è posto sul fumetto. Una sorta di tradizione, che eleva questa forma d’arte, spesso trascurata o relegata a qualche striscia su un quotidiano o ad un pubblico esclusivamente giovane. Dai genitori delle mie amiche che collezionavano Dylan Dog e Tex tanto da poter iniziare a costruire delle vere e proprie librerie fatte di fumetti, a mia sorella che stipava i numeri di Topolino in ogni angolo della casa al mare. Dall’enciclopedia che raccoglie una serie infinita di strisce sui Peanuts, ai Manga e Anime giapponesi, che anno dopo anno vedo diffondersi sempre di più: questa è più o meno la situazione italiana. Pur sembrando una nicchia non troppo ridotta (basti pensare all’esistenza del Lucca Comics e alla portata di questo evento), risulta un granello di sabbia in una spiaggia se paragonata alla cultura del fumetto che troviamo nel momento in cui decidiamo di approfondire la storia del Belgio e le sue particolarità.

In Belgio aleggia una vera e propria passione per l’arte fumettistica, non è un culto ma quasi. Pensate che dal 1991 è stato avviato un percorso, la Comic Book Route, fatto da più di cinquanta murales che attraversano la città di Bruxelles e celebrano la storia dei fumetti belga, dal primo Tintin fino ad arrivare ai Puffi, passando per Lucky Luke e Mortimer. Sono tanti gli artisti belga che si sono concentrati sull’arte del fumetto e ci hanno intrattenuti con le loro strisce. Passeggiando per le vie della città è quindi possibile lasciarsi stupire da pareti dipinte e arricchite da animali di ogni tipo e personaggi di fantasia.

Quest’arte è così radicata che a Bruxelles esiste anche un museo del fumetto, in francese Centre belge de la bande dessinée, che ospita un’esposizione permanente, alcune mostre temporanee e una biblioteca, il tutto all’interno di un edificio Art Nouveau risalente al 1906 e realizzato da Victor Horta. Quindi non esistono solo i pittori fiamminghi e il cioccolato in Belgio! Un tassello importante quello del fumetto che, se ci pensiamo bene, rappresenta un mezzo di comunicazione molto efficace, in grado di trasmettere un messaggio anche senza il supporto di un testo. Infatti, un po’ come il cinema muto, anche il fumetto non si avvale sempre di un codice testuale, ma narra le sue storie anche solo attraverso le immagini.

Così come gli altri mezzi di comunicazione anche il fumetto ha subito la svolta digitale, adattando il supporto attraverso cui esibirsi. Ci sono siti web che periodicamente pubblicano pdf dei propri racconti, che puntata dopo puntata intrattengono un pubblico vastissimo di appassionati (quasi come quelle telenovele spagnole che ci tenevano incollati alla tv dopo pranzo). Ad ogni modo il fumetto resiste egregiamente al passare del tempo e alla digitalizzazione, mantenendo una buona percentuale di fatturato rispetto al totale del settore editoriale. Nel nostro caro Belgio arriviamo ad un 33%, che si distacca notevolmente dall’Italia, la quale si posiziona tra un esiguo 2% e 6%. Un dato che risulta anche incompleto e minore rispetto all’ammontare reale, perché non comprende le vendite in fumetterie, edicole e fiere specializzate, ma solo in librerie tradizionali, supermercati e catene online. Insomma, stiamo comunque parlando di un mercato mondiale che ha un valore stimato di 6 miliardi di euro.

Il Belgio quindi viene considerato la patria della “nona arte” anche per la densità di autori presenti in tutto il Paese. Infatti, con i suoi 700 artisti detiene il record del maggior numero di autori per chilometro quadrato rispetto al resto dei Paesi del mondo. Un Guinness World Record piuttosto interessante insomma.

Non ci resta che prendere qualche giorno di ferie e organizzare la nostra spedizione a Bruxelles, programmando una bella passeggiata, una visita al museo e una bella scorpacciata di fumetti con cui tornare a casa.

Miriam GangemiMarketing & Digital Communication